Macron e Charlie, come fare politica perfino sulle tragedie

Niente politica su questo blog. Ho smesso a vent'anni, al primo tradimento. Poi ho votato - talvolta, anzi spesso - ma solo le persone, per conoscenza almeno di...seconda mano.
Però da giornalista mi interessa il flusso delle notizie. O - per dirla con il suo nome - la manipolazione. Cioè l'arte di manovrare la mente delle persone disattente, distratte, o più semplicemente quella delle anime semplici.
In genere, per abitudine, guardo e ascolto mezzo tg da una parte e mezzo dall'altra: che sia rai, mediaset, la7, ogni tanto anche il tg24 di Sky. Oggi li ho trovati - tutt'altro che stranamente - uguali sulle due tragedie che monopolizzano la giornata: i migranti e Charlie.
Sulla cosiddetta "invasione dall'Africa" (l'immagine ormai è abusata) si ascolta più o meno questo: l'Europa non ci si fila per niente, ci danno il contentino con Juncker (spero si scriva così, non ho voglia di controllare) che definisce gli italiani "eroici", e poi rimandano al prossimo incontro dei ministri degli interni e via di corsa a prenderci per i fondelli.
Ma non è di questo che volevo parlare. Volevo parlare di Macron, ovvero del presidente francese col cognome da sponsor, che siccome è giovane e belloccio e soprattutto europeista, è stato esaltato il giorno della sua elezione - ma ancor prima in campagna elettorale e poi con la cerimonia in diretta del suo insediamento orchestrata con maestria, con lui che cammina da solo a fare la Storia pensieroso come Napoleone fino a presentarsi davanti alla folla in delirio per le quattro cazzatelle che può dire un neo-eletto - esaltato, dicevo, come il baluardo del continente contro il populismo. Populismo, ovvero la tendenza strategica a esaltare demagogicamente le esigenze di un popolo. Se al popolo girano le scatole perché le tasse aumentano e lo Stato gli ruba mezza pensione è altamente populistico dire che ha ragione: questa la sostanza, ma andiamo oltre.
Dunque Macron cosa ha fatto? Dopo aver schiantato la destra populista e aver conquistato la maggioranza assoluta in parlamento, il che significa governare per cinque anni la Francia come gli pare e piace? Ha chiuso ai migranti la frontiera con l'Italia. Da Ventimiglia non passa più uno spillo, noi ci teniamo i migranti e lui, Macron, fa i distinguo (dopo anni che i distinguo li facevano i perfidi populisti) tra il 20% di migranti, o anche meno, che fuggono dalle persecuzioni politiche e l'oltre 80%  che in Europa arriva semplicemente a cercare una sistemazione qualunque, legale o illegale che sia, ovvero i cosiddetti migranti economici. Ai primi - dice Macron - non si può negare asilo, gli altri teneteveli voi, visto che le nostre organizzazioni umanitarie, chessò Medici Senza Frontiere che è francese, li scaricano nei vostri porti.
Questo è l'illuminato europeista Macron. Ma voi pensate che oggi un qualunque tg dei sopracitati abbia messo alla berlina il neo-populista Macron con la stessa enfasi con cui aveva dispiegato a pieno volume la Marsigliese due mesi fa? Ma su dai, non scherziamo neanche. Noi rispondiamo con le velate minacce di Gentiloni e i proclami di Mattarella quando si avventura in giro per il mondo e va giustificato l'inviato che gli spediamo al seguito, a carico di tutti noi quando si tratta di Rai.
E poi c'è Charlie. Che ha dieci mesi ed è inglese. E forse mentre scrivo lo hanno ucciso, staccandogli come si dice la spina perché malato incurabile. Qui la vicenda è etica e non solo politica (tutto è politico in realtà, e i buoni e i giusti sapete da che parte stanno, ve lo indicano sommessamente i tg). Dunque viene sintetizzata così: il bambino non potrà guarire, i genitori (un po' egoisti) vorrebbero sperimentare una nuova cura, i medici inglesi sono contrari, il tribunale pure fino alla Corte Suprema, che anzi nega agli straziati (ma cattivelli) genitori di portare il bambino perfino solo a morire nella propria culla. La notizia viene data così, usando parole generiche di umana pietà, ma facendo trasparire ben chiaro chi abbia ragione. Come è stato in tempi recenti ben chiaro chi avesse ragione a staccare la spina ad altri malati (tutti rispettabilissimi e meritevoli di umana solidarietà) che - contrariamente a quanto dice la legge e quindi dispongono i tribunali - avevano espresso il desiderio di morire.
In altre parole: il tribunale sancisce la vita o la morte di una persona. Ma in alcuni casi il tribunale ha ragione e in altri no. In sintesi, ha ragione quando decide di togliere la vita,  sbaglia quando nega questa possibilità. Nel primo caso si chiude qui, al più con un commento di accorata pietà. Nel secondo caso via coi dibattiti, le marce, le manifestazioni, la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul suicidio assistito. Contro il quale - lo ribadisco - non ho nulla, neanche da cattolico, perché bisogna trovarcisi in certe condizioni prima di giudicare.
Purché lo si faccia con la propria testa. E non ascoltando distrattamente la voce del padrone. Pardon, del tg...


Commenti