Non so perché la chiamino al femminile: la Var.
In realtà per intero si legge Video Assistant Referee ed è un assistente addizionale dell’arbitro. E anche se vogliamo chiamarlo più genericamente Sistema Var sempre maschile è.
In realtà per intero si legge Video Assistant Referee ed è un assistente addizionale dell’arbitro. E anche se vogliamo chiamarlo più genericamente Sistema Var sempre maschile è.
Il simpatico Var è diventato protagonista stamattina di una specie di comica
arbitrale andata in scena ai Mondiali Under 20 in corso in Corea (per questo da
noi era mattina..). E ha coinvolto direttamente la giovane Italia allenata da
Evani che ha passato i quarti di finale eliminando per 3-2 ai supplementari lo
Zambia, nonostante il torto subìto.
Già, perché un arbitro uruguayano, degno emulo dell’ecuadoriano Moreno che ci cacciò fuori dai Mondiali del 2002 guarda caso sempre in Corea, ha combinato uno di quei pastrocchi che solo un imbecille emerito può fare: c’era stato un “non fallo” dell’azzurro Pezzella su uno zambiano lanciato verso la porta, un “non fallo” iniziato fuori area e completato da un “non fallo” in area da parte del portiere in uscita. Un arbitro normale dà rimessa dal fondo e forse ammonisce pure l’attaccante. Ma vabbè, questo in un sogno… Nella realtà l’arbitro assegna come prima cosa il rigore. Poi ci ripensa, fa rivedere il filmetto al celebre Var, forse lo rivede anche lui con gli assistenti e poi decide che non è più rigore ma punizione dal limite. Però ci aggiunge l’espulsione del povero Pezzella. Tutto inventato di sana pianta perché qualsiasi individuo dotato di normale comprendonio vede che il fallo semplicemente non c’è.
Il Var, in altre parole, aggrava in questo caso la posizione del danneggiato. Meglio un rigore fasullo che restare in dieci per tutto il resto della partita. Accade il contrario. Ma pure con l’uomo in meno e le fatiche dei supplementari gli azzurrini saranno capaci di umiliare questo arbitro fasullo.
Già Zinedine Zidane, dopo un esperimento dello scorso anno alla Coppa del Mondo per Club, aveva bocciato il Var definendolo una “fonte di confusione”. Ma qualcuno lo aveva interpretato magari come un’esagerazione, una “vendetta” di Zizou visto che proprio il quarto uomo, rivedendo al volo un replay (anche quando ancora non era previsto) ne aveva indicato l’espulsione nella finale mondiale del 2006 per la testata a Materazzi.
Ma, a parte Zidane, adesso che si fa?
Il Var si può usare solo in caso di episodi violenti o controversi in area di rigore, in caso di espulsioni e di scambi di persona per un’ammonizione. E sempre e solo se l’arbitro autonomamente decide di volersi aiutare. Io non lo butterei a mare per la nefandezza di oggi. Perché almeno toglierebbe ogni alibi residuo ai Tagliavento, ai Banti e ai Di Bello. Che non potrebbero mai dire “non abbiamo visto” se Strootman tira l’acqua in faccia agli avversari e poi simula di essere stato strozzato da Cataldi. O vola in area senza che nessuno lo tocchi fingendo di essere stato falciato.
Oddìo, conoscendone le propensioni, in questo secondo caso, magari non avrebbero più dato il rigore ma espulso Wallace per “non fallo” o “fallo potenziale”… ma il rischio vale la pena correrlo. Specie ora che Pallotta è diventato nientedimenochè Commendatore della Repubblica di Mattarella. E Totti è quasi Papa.
Già, perché un arbitro uruguayano, degno emulo dell’ecuadoriano Moreno che ci cacciò fuori dai Mondiali del 2002 guarda caso sempre in Corea, ha combinato uno di quei pastrocchi che solo un imbecille emerito può fare: c’era stato un “non fallo” dell’azzurro Pezzella su uno zambiano lanciato verso la porta, un “non fallo” iniziato fuori area e completato da un “non fallo” in area da parte del portiere in uscita. Un arbitro normale dà rimessa dal fondo e forse ammonisce pure l’attaccante. Ma vabbè, questo in un sogno… Nella realtà l’arbitro assegna come prima cosa il rigore. Poi ci ripensa, fa rivedere il filmetto al celebre Var, forse lo rivede anche lui con gli assistenti e poi decide che non è più rigore ma punizione dal limite. Però ci aggiunge l’espulsione del povero Pezzella. Tutto inventato di sana pianta perché qualsiasi individuo dotato di normale comprendonio vede che il fallo semplicemente non c’è.
Il Var, in altre parole, aggrava in questo caso la posizione del danneggiato. Meglio un rigore fasullo che restare in dieci per tutto il resto della partita. Accade il contrario. Ma pure con l’uomo in meno e le fatiche dei supplementari gli azzurrini saranno capaci di umiliare questo arbitro fasullo.
Già Zinedine Zidane, dopo un esperimento dello scorso anno alla Coppa del Mondo per Club, aveva bocciato il Var definendolo una “fonte di confusione”. Ma qualcuno lo aveva interpretato magari come un’esagerazione, una “vendetta” di Zizou visto che proprio il quarto uomo, rivedendo al volo un replay (anche quando ancora non era previsto) ne aveva indicato l’espulsione nella finale mondiale del 2006 per la testata a Materazzi.
Ma, a parte Zidane, adesso che si fa?
Il Var si può usare solo in caso di episodi violenti o controversi in area di rigore, in caso di espulsioni e di scambi di persona per un’ammonizione. E sempre e solo se l’arbitro autonomamente decide di volersi aiutare. Io non lo butterei a mare per la nefandezza di oggi. Perché almeno toglierebbe ogni alibi residuo ai Tagliavento, ai Banti e ai Di Bello. Che non potrebbero mai dire “non abbiamo visto” se Strootman tira l’acqua in faccia agli avversari e poi simula di essere stato strozzato da Cataldi. O vola in area senza che nessuno lo tocchi fingendo di essere stato falciato.
Oddìo, conoscendone le propensioni, in questo secondo caso, magari non avrebbero più dato il rigore ma espulso Wallace per “non fallo” o “fallo potenziale”… ma il rischio vale la pena correrlo. Specie ora che Pallotta è diventato nientedimenochè Commendatore della Repubblica di Mattarella. E Totti è quasi Papa.
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