Il cassonetto che veleggiava verso il Colosseo l'ho visto solo in tv. Senza troppa meraviglia, visto che la Caput Mundi offre nelle proprie strade migliori pure cinghiali e cuccioli di volpe, buche inghiottimotorino e ratti mangiagatti. Mi sono perso la "bomba" perché ero a Firenze dove è esploso sì e no un petardo. E sono ritornato in un pomeriggio quasi soleggiato, ignorando per fortuna i vari meteo.it che continuavano a dare pioggia torrenziale a oltranza in barba alle tecnologie più sofisticate.
In macchina ho ascoltato mirabilie sulla vittoria della Lazio contro il Milan, meraviglie targate Inzaghi e a quanto pare pure Montella, che comunque ribaltano momentaneamente il detto "chi più spende meglio spende", notoriamente inviso a Lotito. Mi sono preparato insomma a una serata di bel calcio digestivo dopo le notiziacce tragiche della giornata.
Ma qualcosa ha cominciato subito a disturbarmi. Sarò io debole di stomaco, ma neanche avevo iniziato la minestra della cena che il mio sguardo televisivo incentrato su Bologna-Napoli è incappato in uno sputacchio di Koulibaly così gonfio e intenso, moviolato dall'attenta telecamera che lo inquadrava in primo piano, da provocarmi quasi un conato e cancellarmi il desiderio di minestra, anzi proprio di cena. Non avevo scelto di vedere un film di Tarantino (tutti capolavori, per carità) ingollandomi una bistecca al sangue. Solo di godermi un po' di sport. E non capirò mai perché i primi piani del calcio siano concentrati su chi sputa, si mette le dita nel naso o si rimescola i genitali odorandosi poi la mano compiaciuto.
Una domanda mi piacerebbe porre, non so... a un medico. Ma che necessità hanno i calciatori di sputare in continuazione? Guardate che certi lo fanno a macchinetta: uno sta per battere una punizione? Splash, due-tre sputi di fila per concentrarsi meglio; un altro tira in porta e sfiora il gol? Non alza più gli occhi al cielo per rammaricarsi, inonda il prato della sua saliva. Mi chiedo: avete mai visto Bolt sputare a terra appena vinti i 100 metri? Togliamo tutti gli sport al chiuso. Ditemi voi se vi è mai capitato di vedere sputacchiere umane al di fuori del calcio... Per questo chiedo a un medico: se il calcio aumenta il catarro, per esempio, o accresce a tal punto la salivazione da rendere necessaria l'evacuazione illimitata. O sarà che è proprio un vezzo, un vizio, una cafonaggine pura?
Dunque meglio vedersi una partita senza abbinarla al cibo. Ma non è detto che, superato l'ostacolo, la digestione sia migliore. Perché i commenti del post possono risultare perfino più vomitevoli.
Ieri sera non ce l'ho fatta e ho scritto un tweet sulla Domenica Sportiva. Patetica, ho scritto. Patetica perché sempre più avvoltolata in chiacchiere inutili (quella sul Var è diventata stucchevole, banale, deplorevole: ma siccome l'hanno chiamata "Chiacchiere da Var" e gli è piaciuta tanto la trovata ci ammorberanno fino all'inverosimile). Sarà che detesto i Soloni e i Tromboni. Sarà che non avevo visto ancora mezzo "riflesso filmato" e questi geni assoluti non hanno mostrato una sintesi di partita che è una, limitandosi a goffi minestroni in cui sono arrivati a dire che Petagna sarà il nuovo centravanti della Nazionale, a scambiare Masina con Maietta, ad annunciare un caso-Bonucci che non esiste e che comunque frega forse soltanto a qualche milanista. Il duello a distanza tra Mario Sconcerti e il designatore degli arbitri Rizzoli (che sembra un ragazzino specie quando fa le facce) ha raggiunto punte di assoluto surrealismo.
Qualcuno mi ha risposto: ma Sky è uguale. Ovvero, come il Club Testaccio che è diventata, ha parlato di più della partita rinviata della Roma che della vittoria larga, meritata e travolgente della Lazio. Ma questo è un altro discorso: Sky o Premium che sia te lo paghi a parte e se sei masochista peggio per te. Ma il canone, dico il canone, ce lo sfilano con destrezza dalle tasche a tutti, anche se la Rai fa programmi (e tg appecoronati) che non vedresti neanche se ti rimborsassero a minuto. Non ho memoria degli share della DS di una volta, quella di Tortora, Pigna, Frajese e Tito Stagno. Ma era una goduria purissima. Schedina, risultati, classifica e via ai filmati: cinque minuti a partita che fosse la Juventus o il Benevento. Poi gli approfondimenti per chi poteva permettersi di restare alzato dopo la mezzanotte. Questo sarebbe Servizio Pubblico. E pazienza se, dopo la mezzanotte, Tardelli non lo ascoltasse più nessuno. Tanto non si capisce lo stesso.
In macchina ho ascoltato mirabilie sulla vittoria della Lazio contro il Milan, meraviglie targate Inzaghi e a quanto pare pure Montella, che comunque ribaltano momentaneamente il detto "chi più spende meglio spende", notoriamente inviso a Lotito. Mi sono preparato insomma a una serata di bel calcio digestivo dopo le notiziacce tragiche della giornata.
Ma qualcosa ha cominciato subito a disturbarmi. Sarò io debole di stomaco, ma neanche avevo iniziato la minestra della cena che il mio sguardo televisivo incentrato su Bologna-Napoli è incappato in uno sputacchio di Koulibaly così gonfio e intenso, moviolato dall'attenta telecamera che lo inquadrava in primo piano, da provocarmi quasi un conato e cancellarmi il desiderio di minestra, anzi proprio di cena. Non avevo scelto di vedere un film di Tarantino (tutti capolavori, per carità) ingollandomi una bistecca al sangue. Solo di godermi un po' di sport. E non capirò mai perché i primi piani del calcio siano concentrati su chi sputa, si mette le dita nel naso o si rimescola i genitali odorandosi poi la mano compiaciuto.
Una domanda mi piacerebbe porre, non so... a un medico. Ma che necessità hanno i calciatori di sputare in continuazione? Guardate che certi lo fanno a macchinetta: uno sta per battere una punizione? Splash, due-tre sputi di fila per concentrarsi meglio; un altro tira in porta e sfiora il gol? Non alza più gli occhi al cielo per rammaricarsi, inonda il prato della sua saliva. Mi chiedo: avete mai visto Bolt sputare a terra appena vinti i 100 metri? Togliamo tutti gli sport al chiuso. Ditemi voi se vi è mai capitato di vedere sputacchiere umane al di fuori del calcio... Per questo chiedo a un medico: se il calcio aumenta il catarro, per esempio, o accresce a tal punto la salivazione da rendere necessaria l'evacuazione illimitata. O sarà che è proprio un vezzo, un vizio, una cafonaggine pura?
Dunque meglio vedersi una partita senza abbinarla al cibo. Ma non è detto che, superato l'ostacolo, la digestione sia migliore. Perché i commenti del post possono risultare perfino più vomitevoli.
Ieri sera non ce l'ho fatta e ho scritto un tweet sulla Domenica Sportiva. Patetica, ho scritto. Patetica perché sempre più avvoltolata in chiacchiere inutili (quella sul Var è diventata stucchevole, banale, deplorevole: ma siccome l'hanno chiamata "Chiacchiere da Var" e gli è piaciuta tanto la trovata ci ammorberanno fino all'inverosimile). Sarà che detesto i Soloni e i Tromboni. Sarà che non avevo visto ancora mezzo "riflesso filmato" e questi geni assoluti non hanno mostrato una sintesi di partita che è una, limitandosi a goffi minestroni in cui sono arrivati a dire che Petagna sarà il nuovo centravanti della Nazionale, a scambiare Masina con Maietta, ad annunciare un caso-Bonucci che non esiste e che comunque frega forse soltanto a qualche milanista. Il duello a distanza tra Mario Sconcerti e il designatore degli arbitri Rizzoli (che sembra un ragazzino specie quando fa le facce) ha raggiunto punte di assoluto surrealismo.
Qualcuno mi ha risposto: ma Sky è uguale. Ovvero, come il Club Testaccio che è diventata, ha parlato di più della partita rinviata della Roma che della vittoria larga, meritata e travolgente della Lazio. Ma questo è un altro discorso: Sky o Premium che sia te lo paghi a parte e se sei masochista peggio per te. Ma il canone, dico il canone, ce lo sfilano con destrezza dalle tasche a tutti, anche se la Rai fa programmi (e tg appecoronati) che non vedresti neanche se ti rimborsassero a minuto. Non ho memoria degli share della DS di una volta, quella di Tortora, Pigna, Frajese e Tito Stagno. Ma era una goduria purissima. Schedina, risultati, classifica e via ai filmati: cinque minuti a partita che fosse la Juventus o il Benevento. Poi gli approfondimenti per chi poteva permettersi di restare alzato dopo la mezzanotte. Questo sarebbe Servizio Pubblico. E pazienza se, dopo la mezzanotte, Tardelli non lo ascoltasse più nessuno. Tanto non si capisce lo stesso.
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