“Parma senza due rigori ma il Var può poco”…
Così la contraerea della Gazzetta dello Sport a baricentro meneghin-giallorosso (con soventi sdilinquimenti verso il padrone torinista Cairo) prova a cancellare stamattina con la spugna dell’ignominia la vittoria della Lazio al Tardini. Certificata da un gol di Caicedo, che invano i commentatori hanno provato a viziare cercando disperatamente nei filmati un dito, un pezzetto di avambraccio, una mezza spalla di Immobile, stretto a sandwich tra due avversari anch’essi peraltro dotati di arti superiori, che ne giustificasse l’annullamento.
Poco o nulla sulla sontuosa prova di squadra dei biancocelesti, sulle giocate magistrali di Luis Alberto. No, attenzione: ora la Lazio è salita troppo in alto per non spararle ad alzo zero. E’ troppo leggiadra e svolazzante, troppo irridente nei confronti delle Loro Maestà per non abbatterla per intanto di fronte all’opinione calcistica (e non) nazionalpopolare.
Cosa passa, dunque? Quale il messaggio? Che al Parma siano stati negati due rigori, ovvero che la Lazio abbia rubato tre punti . Che stia indebitamente a un amen solo da Juventus e Inter. E che, Dio non voglia, battesse l’Inter domenica sera, magari con altri aiutoni arbitrali, lo scandalo assumerebbe proporzioni gigantesche.
Così la contraerea della Gazzetta dello Sport a baricentro meneghin-giallorosso (con soventi sdilinquimenti verso il padrone torinista Cairo) prova a cancellare stamattina con la spugna dell’ignominia la vittoria della Lazio al Tardini. Certificata da un gol di Caicedo, che invano i commentatori hanno provato a viziare cercando disperatamente nei filmati un dito, un pezzetto di avambraccio, una mezza spalla di Immobile, stretto a sandwich tra due avversari anch’essi peraltro dotati di arti superiori, che ne giustificasse l’annullamento.
Poco o nulla sulla sontuosa prova di squadra dei biancocelesti, sulle giocate magistrali di Luis Alberto. No, attenzione: ora la Lazio è salita troppo in alto per non spararle ad alzo zero. E’ troppo leggiadra e svolazzante, troppo irridente nei confronti delle Loro Maestà per non abbatterla per intanto di fronte all’opinione calcistica (e non) nazionalpopolare.
Cosa passa, dunque? Quale il messaggio? Che al Parma siano stati negati due rigori, ovvero che la Lazio abbia rubato tre punti . Che stia indebitamente a un amen solo da Juventus e Inter. E che, Dio non voglia, battesse l’Inter domenica sera, magari con altri aiutoni arbitrali, lo scandalo assumerebbe proporzioni gigantesche.
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Fatevi un giro sui Social. Mai visto juventini, interisti e romanisti così a braccetto. Tutti d’amore e d’accordo.
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A scongiurare questo rischio si è riunito d’urgenza ieri sera anche il comitato “amici del bar, o del Var fa lo stesso, di Caressa”. Nel pre-notte di Sky si è a lungo e a senso unico disquisito sullo scandalo Lazio, dopo aver annunciato in anteprima clamorose rivelazioni. La rivelazione in oggetto è che l’arbitro Di Bello, in occasione del contatto in area laziale Acerbi-Cornelius, fischi la spinta a braccia tese dell’attaccante sul difensore e non - come pensavano solo loro – il successivo intervento durissimo di Bruno Alves su Jony.
Benissimo, direte voi anime belle: dunque il rigore non c’era, l’arbitro ha punito il fallo iniziale… E tutti a letto con il cuore in pace.
Ingenui negazionisti che siete! La spinta di Cornelius – spiega l’ottimo Bergomi, in genere lo Zio protettore di tutti i difensori ma in questo caso principalmente fervente interista – era dovuta al fatto che Acerbi lo braccava senza interessarsi del pallone (non succede mai in area, vé Zio…? questo lo insegna solo quell’imbroglione di Inzaghi) e quindi era la successiva tirata di maglia che andava punita, col rigore va da sé.
Caressa, come tutti i romanisti è nervoso e visibilmente preoccupato e quindi sancisce che il rigore è nettissimo. Scuote finanche la testa, addolorato per la deriva del calcio.
Qualcuno (De Grandis che è figlio di un cotanto padre, ahimè laziale) prova a obiettare che da quando è nata l’entità Var (che come gli angeli non ha sesso quindi l’articolo mettetecelo voi come vi pare) e da quanto è stato ribadito nel corso di un convulso confronto dicembrino tra arbitri e allenatori, se le telecamere aiutano non poco a stabilire quanto un braccio sia distante dal corpo, a tracciare la linea ideale di un fuorigioco, a stabilire se uno sgambetto sia reale o quale piede arrivi prima su un pallone in un contrasto sospetto, esse niente possano nel determinare l’entità di una spinta o di una trattenuta. Solo l’arbitro, possibilmente vicino all’azione e in grado di capirne la dinamica, può interpretarla. Dipendesse dal(la) Var ogni contatto in area sarebbe rigore oppure fallo a favore del difensore, non si scappa: esattamente su ogni pallone che spiove in area moltiplicato per i 4-5 duelli tra singoli giocatori che vi sgomitano. Ma ecco intervenire il prode Marchegiani, che si vergogna palesemente e da tempo di aver vinto vent’anni fa uno scudetto con la Lazio, e da giocatore di paddle più che da ex portiere, sostiene che l’arbitro deve correre a guardare la telecamera ogni volta che ha un dubbio. Quando non lo ha, come in questo caso avendo visto Cornelius spingere Acerbi, deve andarci lo stesso. Perché poi, vedete che succede? C’è la trattenuta di Acerbi, che è più vistosa e quindi da rigore perché l’attaccante viene sbilanciato. Perché, scusate, la spinta di Cornelius non aveva forse sbilanciato Acerbi in partenza?
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Benissimo, direte voi anime belle: dunque il rigore non c’era, l’arbitro ha punito il fallo iniziale… E tutti a letto con il cuore in pace.
Ingenui negazionisti che siete! La spinta di Cornelius – spiega l’ottimo Bergomi, in genere lo Zio protettore di tutti i difensori ma in questo caso principalmente fervente interista – era dovuta al fatto che Acerbi lo braccava senza interessarsi del pallone (non succede mai in area, vé Zio…? questo lo insegna solo quell’imbroglione di Inzaghi) e quindi era la successiva tirata di maglia che andava punita, col rigore va da sé.
Caressa, come tutti i romanisti è nervoso e visibilmente preoccupato e quindi sancisce che il rigore è nettissimo. Scuote finanche la testa, addolorato per la deriva del calcio.
Qualcuno (De Grandis che è figlio di un cotanto padre, ahimè laziale) prova a obiettare che da quando è nata l’entità Var (che come gli angeli non ha sesso quindi l’articolo mettetecelo voi come vi pare) e da quanto è stato ribadito nel corso di un convulso confronto dicembrino tra arbitri e allenatori, se le telecamere aiutano non poco a stabilire quanto un braccio sia distante dal corpo, a tracciare la linea ideale di un fuorigioco, a stabilire se uno sgambetto sia reale o quale piede arrivi prima su un pallone in un contrasto sospetto, esse niente possano nel determinare l’entità di una spinta o di una trattenuta. Solo l’arbitro, possibilmente vicino all’azione e in grado di capirne la dinamica, può interpretarla. Dipendesse dal(la) Var ogni contatto in area sarebbe rigore oppure fallo a favore del difensore, non si scappa: esattamente su ogni pallone che spiove in area moltiplicato per i 4-5 duelli tra singoli giocatori che vi sgomitano. Ma ecco intervenire il prode Marchegiani, che si vergogna palesemente e da tempo di aver vinto vent’anni fa uno scudetto con la Lazio, e da giocatore di paddle più che da ex portiere, sostiene che l’arbitro deve correre a guardare la telecamera ogni volta che ha un dubbio. Quando non lo ha, come in questo caso avendo visto Cornelius spingere Acerbi, deve andarci lo stesso. Perché poi, vedete che succede? C’è la trattenuta di Acerbi, che è più vistosa e quindi da rigore perché l’attaccante viene sbilanciato. Perché, scusate, la spinta di Cornelius non aveva forse sbilanciato Acerbi in partenza?
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Ci fate o ci siete? Ok ci fate perché altrimenti il gettone di partecipazione non sarebbe giustificato.
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Ma parlavo di contraerea…
Ecco come si è sviluppata.
La Lazio ha troppi rigori a favore. Tutti passati al vaglio della Var e confermati? Vabbè sono comunque troppi.
La Lazio ha troppa fortuna. Vince sempre nel recupero. Che è sempre però troppo lungo.
La Lazio ha battuto la Juve perché la Juve si è fatta battere. Vedrete in Supercoppa.
La Lazio ha vinto a Cagliari perché le hanno dato otto minuti di recupero, mai accaduto nella storia del mondo. Quando è troppo è troppo. Ma per la verità, in parità numerica e dopo il pareggio, poteva segnare e vincere anche il Cagliari… No, no l’arbitro ha dato apposta tutto questo recupero (ingiustificato? Beh no, boh, che importa…) per far segnare Caicedo.
La Lazio ha vinto la Supercoppa perché gliel’ha regalata la Juventus. In cambio del via libera in campionato… Ma come? Se pure in campionato aveva vinto la Lazio… Vabbè il complottismo a volte si confonde ma i legittimi dubbi restano.
La Lazio vince perché Lotito ha capito tutto: invece di comprare i giocatori, compra gli arbitri.
La Lazio dovrebbe essere punita piuttosto per la cattiveria dei suoi tifosi. Hanno scritto “Zaniolo come Rocca zoppo di Roma”. Uno striscione a Trigoria. Come fanno a sapere di Rocca? Boh, qualcuno glielo avrà detto, magari questi idioti hanno un cattivo maestro sessantenne. Sicuri lo abbiano messo i laziali? Che dubbio c’è. Mica i laziali si fanno da soli le cento scritte che insultano Paparelli per le vie di Roma. Come dite? Paparelli però è stato ammazzato da un romanista? Ma su, ancora co sta storia…
La Lazio ha pareggiato con la Roma per la solita fortuna… Per la Roma palo e rigore negato, Var venduto, strameritava di vincere.
Il Verona ha pareggiato con la Lazio con pieno merito… La Lazio ha preso due pali per pura fortuna, ha rischiato di perdere.
A Parma però si è davvero passato il segno! Due trattenute, dicasi due, non punite con il rigore.
Ora basta.
Come dite? Secondo miglior attacco del campionato e seconda miglior difesa?
Ancora per poco…
Alzo zero, dritto sul nemico…Armate… Nicchi e Rizzoli vedete un po’ che potete fare.
Ecco come si è sviluppata.
La Lazio ha troppi rigori a favore. Tutti passati al vaglio della Var e confermati? Vabbè sono comunque troppi.
La Lazio ha troppa fortuna. Vince sempre nel recupero. Che è sempre però troppo lungo.
La Lazio ha battuto la Juve perché la Juve si è fatta battere. Vedrete in Supercoppa.
La Lazio ha vinto a Cagliari perché le hanno dato otto minuti di recupero, mai accaduto nella storia del mondo. Quando è troppo è troppo. Ma per la verità, in parità numerica e dopo il pareggio, poteva segnare e vincere anche il Cagliari… No, no l’arbitro ha dato apposta tutto questo recupero (ingiustificato? Beh no, boh, che importa…) per far segnare Caicedo.
La Lazio ha vinto la Supercoppa perché gliel’ha regalata la Juventus. In cambio del via libera in campionato… Ma come? Se pure in campionato aveva vinto la Lazio… Vabbè il complottismo a volte si confonde ma i legittimi dubbi restano.
La Lazio vince perché Lotito ha capito tutto: invece di comprare i giocatori, compra gli arbitri.
La Lazio dovrebbe essere punita piuttosto per la cattiveria dei suoi tifosi. Hanno scritto “Zaniolo come Rocca zoppo di Roma”. Uno striscione a Trigoria. Come fanno a sapere di Rocca? Boh, qualcuno glielo avrà detto, magari questi idioti hanno un cattivo maestro sessantenne. Sicuri lo abbiano messo i laziali? Che dubbio c’è. Mica i laziali si fanno da soli le cento scritte che insultano Paparelli per le vie di Roma. Come dite? Paparelli però è stato ammazzato da un romanista? Ma su, ancora co sta storia…
La Lazio ha pareggiato con la Roma per la solita fortuna… Per la Roma palo e rigore negato, Var venduto, strameritava di vincere.
Il Verona ha pareggiato con la Lazio con pieno merito… La Lazio ha preso due pali per pura fortuna, ha rischiato di perdere.
A Parma però si è davvero passato il segno! Due trattenute, dicasi due, non punite con il rigore.
Ora basta.
Come dite? Secondo miglior attacco del campionato e seconda miglior difesa?
Ancora per poco…
Alzo zero, dritto sul nemico…Armate… Nicchi e Rizzoli vedete un po’ che potete fare.
Commento condivisibile al cento per cento.
RispondiEliminae il rigore su Correa sparisce d'incanto dai radar
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